Ogni volta che mi chiamerai
pronuncerò solenne il tuo nome.
Ogni volta che l’incoerenza
liquida e codarda incoerenza in questi giorni
bagnerà la nostra strada
renderà ondulato il cammino
di vacuità sassose
di ripensamenti e ritrattazioni
mi giungerà nuova e antica la tua voce.
Camminerò sui fianchi, sull’ardita costa in salita
sul dorso, nel vento, nel ventre della montagna
sull’acme apicale
aspirando all’acme estremo e apicale
sul tetto dei nostri pensieri
senza abdicare
Sulla guglia e sul dorso
pensieri ondulati ormeggiano il petto
languori di canto e di sonno, di assoli e sordine
di chiome e foglie, astrazioni angolari,
sensi battuti di acri battaglie
ambizioni contrarie al nome più infido
all’atto lasco dell’abbandono
Ogni volta che mi chiamerai
mi sottoporrò al tuo giogo
e al mio ti allaccerò serrata.
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