Chi si trovi nella necessità di visitare in questi giorni il Palazzo dei Priori e il Museo dei Portici di Viterbo è costretto suo malgrado a registrare gli esiti di una vera e propria latitanza dei più elementari criteri espositivi condivisi.
VITERBO - Chi si trovi nella necessità di visitare in questi giorni il Palazzo dei Priori e il Museo dei Portici di Viterbo è costretto suo malgrado a registrare gli esiti di una vera e propria latitanza dei più elementari criteri espositivi condivisi. Convivono, infatti, decoesi e parcellizzati, elementi che pertengono a interventi asintattici e non coerenti tra di loro. Al piano terra dei Musei è stata allestita parte dell'esposizione temporanea, che rimarrà aperta al pubblico fino al prossimo 4 giugno, a cura di Vittorio Sgarbi, che raccoglie le opere dell'artista ucraina Maria Prymachenko e dell'artista sarda, che visse a lungo a Tuscania, Bonaria Manca. A sopralluogo appena iniziato, ci si domanda in che modo queste opere, che afferiscono al genere naif e all'esteso filone del cosiddetto primitivismo, possano condividere gli spazi di contiguità, considerando il passaggio dei visitatori da una sala all'altra, con la "Pietà" e con la Flagellazione di Cristo' di Sebastiano del Piombo. La collocazione dei primi dipinti è a dir poco densa per evitare una qualsiasi coesistenza topografica di questi con i capolavori di Luciani. L' impossibilità di utilizzare tutti gli spazi del piano terreno ha costretto il curatore a prevedere una seconda sezione della mostra nel piano nobile del Palazzo e nel caso specifico nello spazio della splendida Cappella palatina corredata di una grandiosa macchina d'altare transizionale tra cultura tardo-manierista e proto-barocca, impreziosita dalla "Visitazione" di gusto iberico-caravaggesco di Bartolomeo Cavarozzi. In questo caso preesistenze decorative secentesche e allestimento temporaneo della mostra "Se so ricamare, saprò anche dipingere" sono state chiamate inspiegabilmente a convivere. Un doppio criterio, una doppia ratio incongrua sono stati allora adottati? Qual è il principio filologico che ha informato la dovuta separazione da Sebastiano del Piombo e la coatta coabitazione con Cavarozzi? È forse la tela di questi coerente con i caratteri formali della produzione di Prymachenco e di Manca? La domanda è chiaramente retorica e la risposta è negativa. "Irricevibile" dunque è nel contesto del Palazzo dei Priori un allestimento di tal fatta.
VITERBO - Palazzo dei Priori, Ingresso alla Cappella Palatina, pannelli espositivi
La situazione non migliora nella Sala della Madonna della Quercia dove si trovano, ormai rimossi dalla loro storica ubicazione nel Museo Civico, l'"Assunzione della Vergine", attribuita a Giovan Francesco Romanelli, la "Dormito Virginis" di Aurelio Lomi e "L'adorazione dei Magi" di Cesare Nebbia. L'ambiente, di modeste dimensioni, non si presta in alcun modo alla corretta fruizione visiva di queste opere affastellate di seguito su tre pannelli contigui. L' illuminazione è, per usare un eufemismo, inadeguata: i faretti in alto funzionano solo in parte, alcuni rimangono spenti e uno emette luce a intermittenza. A terra rimangono altri faretti a vista sulla pavimentazione, di fatto in ordine sparso, senza una coerente e definita collocazione che non crei riflessi sulle superfici dei dipinti e abbagliamenti agli occhi dei visitatori. Nella Sala del Consiglio un orrendo distributore dell'acqua campeggia in fondo tra gli scranni lignei e un tavolo dozzinale e scrostato accoglie i visitatori. È auspicabile poi che l'attigua Sala dei Paesaggi ospiti, solo temporaneamente,nella totale assenza di illuminazione opere pittoriche non leggibili in alcun modo a causa della mancanza di direzionate e funzionali fonti di luce. La collezione dei dipinti già dell'Accademia degli Ardenti, infine, collocata nello spazio del passaggio sopraelevato tra Piazza del Plebiscito e Via Ascenzi, necessita di sistematici interventi di restauro per evitare che il degrado dei ritratti esposti possa subire ulteriori imminenti cadute della pellicola pittorica. È impensabile che incongrue tracce di interventi, allestimento e "disallestimenti" continuino a persistere all'interno dello stesso palazzo in quanto denunciano l'assenza di un disegno unitario e coerente dal punto di vista museale allestitivo, allo scopo di conferire pregnanza e senso alla categoria, talvolta abusata di Bellezza, affinché questa sia effettivamente preservata.
VITERBO - PALAZZO DEI PRIORI, UN DETTAGLIO E LA VISIONE D'INSIEME DELLA SALA DELLA MADONNA DELLA QUERCIA.
IN BASSO - VITERBO, PALAZZO DEI PRIORI, L'ILLUMIAZIONE INSUFFICIENTE NELLA SALA DEI PAESAGGI.
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