Ho posto la sordina all'afflizione
e al ferro guerriero.
Ed è quasi vita,
è quasi giorno.
Attendo sulla soglia
e credo possibili
dolci rovesci e grandine
di stelle liquescenti.
Altre strade aperte
a nude mani sui sassi.
Respira l'aura bramata
e soffonde col chiaro
in forma di polvere scesa.
Scricchiola il passo sul telo
delle foglie tese dalla scorsa stagione.
La corrente si quieta e ci illude
sulla mitezza del tempo,
sulla gioia aspersa in terra
che germoglia ancora per non dirsi riarsa.
Alla raccolta delle figure ne manca qualcuna
ma quanto c'è ancora
rimane ben saldo e caro
come il primo giorno
del primo muoversi
dell'accoglienza e della parola affermata
con scienza bambina e innocente.
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