«Mamma, papà ho deciso! Voglio laurearmi in paleografia camitica antica nelle aree di prima indoeuropeizzazione e poi continuare a fare ricerca!»
«Che cosa hai detto?»
«Mi voglio laureare in paleografia camitica antica e poi continuare a fare ricerca»
«Maria, hai sentito cosa ha detto tuo figlio?»
«Eh certo, quando combina casini è mio figlio, non nostro figlio. È solo mio figlio…Comunque sì, ho sentito! Prova a ripeterlo se hai coraggio?»
«Mi voglio laureare in paleografia antica...»
«Dopo tutti i sacrifici che abbiamo fatto per te, per farti venire su bene… Perché non sei come tutti gli altri? Perché non sei normale? Almeno che ne so, fare l’influencer, lo youtuber, il podcaster, il media-contents-creator? Alle peggio il tronista. Almeno scrivere post e articoli zeppi di fake news, con l’aiuto dell’intelligenza artificiale»
«Il podcaster io?»
«Oppure potresti scrivere una saga fantasy, dedicarti allo storytelling, buttare giù di getto un'autofiction, raccontare di quando te la facevi ancora sotto oppure di quando volevi andare a tutti i costi a scuola e non hai venduto l'abecedario per pagarti lo spettacolo dei burattini. No meglio un prequel, poi un sequel, un instant book come quelli segnalati nelle rubriche trendy, tipo Cambiare l’acqua al sifone dello sciacquone; Leggere Guerra e Pace in una notte di plenilunio ululando a bassa voce senza capirci niente; Johnny Strusciante trent’anni dopo: una storia di artrite e malavita; Superare la dipendenza dal gorgonzola e dal puzzone di Moena in cinque lezioni; L’amore ai tempi del guacamole; Come scrivere il sequel di Anna Karenina mentre ti faccio i grattini sulla schiena; Spiegare il bosone di Higgs agli invertebrati in lingua originale.
«Eh, che dici, tesoro? Pensi che ce la potresti fare? Dacci una soddisfazione una volta, non dico sempre come i tuoi amici, ma almeno una volta!»
«Ma voi siete matti. Ma come vi viene in mente? Come?»
«Ti abbiamo sempre voluto bene. Lo sai, e allora dov’è che abbiamo sbagliato con te?»
«Tuo padre ha ragione. Abbiano sempre tenuta accesa la televisione, non abbiamo mai parlato, discusso, scambiati pareri, ti abbiamo comprato il primo cellulare quando avevi solo sei anni, hai mandato il tuo primo messaggio vocale prima di imparare a leggere e a scrivere, ancora me lo ricordo come se fosse ieri. Mi viene da piangere se ci ripenso»
«Non ti abbiamo mai regalato un libro, non ti abbiamo mai portato a vedere, che ne so, una mostra, un museo, una città d’arte, niente concerti! Insomma niente roba inutile. Come puoi farci questo?»
«Ma veramente…»
«Mai una preoccupazione, una multa per essere andato in giro senza casco, per aver guidato senza patente, per non aver pagato l’assicurazione della macchina? Per aver scippato qualche vecchietto sulle strisce. No, niente, tu niente, mai!»
«In realtà io…»
«Non hai mai spoilerato, non hai mai detto “Ciaone!”, "Raga", "Bella zio!". Ti pare, neanche una volta! Me la dai questa soddisfazione, me lo dici almeno una volta “Ciaone”?. Dai lo so che se vuoi sei capace…»
«Ma no, ciaone no!»
«Ah, l’hai detto, l’hai detto! Vedi che lo sai dire pure tu?»
«Ditemi che questo è un incubo. Vi prego svegliatemi da questo incubo»
«Ma poi tu usi il congiuntivo, ti sei fissato che devi usare ancora il congiuntivo, ma ti pare! Pensi ancora che per cantare si debba saper cantare, che per recitare si debba saper recitare, che per fare il giornalista si debba saper scrivere, che per fare il politico si debba avere una preparazione adeguata per lavorare al servizio della cosa pubblica! Hai studiato il latino, perfino il greco, le lingue dei morti! Alla tua età pensi alle lingue morte! Ma io alla tua età…Beh, lasciamo stare, ci siamo capiti, no? Ma come si fa a vivere così? Me lo spieghi, come si fa?»
«Non sai che cosa è la resilienza, la società liquida, la narrazione, non scomponi niente, neanche il tiramisù, non hai una vita disfunzionale, non hai mai guidato contromano sotto l’effetto di sostanze. Ma dimmelo, che ci campi a fare?»
«Ma io lo so, non è colpa tua, vero amore? A me lo puoi dire?»
«Che cos’è che vi devo dire? Cosa vi aspettate che io dica?»
«Che non è colpa tua, che sono state le cattive compagnie che t’hanno ridotto così… Domani ci vediamo in biblioteca per studiare. Perché non andiamo a vedere com’è quella nuova libreria che hanno aperto in centro? Stasera danno un film indostano al cinema d'essai. E che non lo so come fa certa gente? La gente fa i suoi comodi e non si preoccupa delle conseguenze»
«Ma quali conseguenze, mamma?»
«Le conseguenze che adesso dobbiamo mandarti a frequentare un corso di rieducazione! Capito la vergogna? Un corso di rieducazione! Nella nostra famiglia non era mai successo. E che cosa diranno i vicini? I parenti? Gli amici? Non ci pensi? Chissà che storia dovrà inventarsi tuo padre con tutti quanti! Quel poveraccio di tuo padre dopo quarant’anni di lavoro, adesso che stava per andare in pensione e godersi un po’ la vita…A tuo padre non ci pensi? Niente diploma, niente laurea, nessuna specializzazione, ha occupato un posto fisso da consigliere nel gabinetto del ministero perché lo zio monsignore l’aveva raccomandato al segretario del partito. E tuo padre che ha fatto? Che ha fatto tuo padre? Secondo te l’ha accettato subito un posto così?»
«Non lo so, mamma. Non c’ero ancora»
«No, non l’ha accettato subito, perché il cugino del fratello di un conoscente del Direttore Generale degli affari interinali con squadernamento a destra come se piovesse gli aveva promesso un lavoro migliore, ma poi siccome voleva una mazzetta più grossa di quella che tuo padre ha dovuto pagare per entrare al gabinetto, non s’è fatto niente»
«Meno male»
«Ma che meno male e meno male! Quello sì che era un posto come si deve. Consulenze a basso mantenimento, scarsa presenza e alto rendimento»
«Tua madre ha ragione. Io sono stato sempre un gran lavoratore. Di specchiatissima morale. Beh, comunque lo sai che facciamo? Adesso andiamo a letto. Ci facciamo una bella dormita e domani mattina, a mente fresca, vedrai che troveremo una soluzione al tuo problema. Non ti preoccupare, per te mamma e papà ci sono sempre. Lo sai che su di noi puoi contare»
«Ma io non ho nessun problema…Comunque, buonanotte mamma, buonanotte papà»
«Buonanotte, tesoro»
In camera da letto dopo aver chiuso la porta e spenta la luce.
«Senti, Sergio, allora che facciamo?»
«Io direi, lavaggio del cervello e rimozione della memoria recente. Lo possiamo affidare a quel tuo cugino che lavora ai servizi lobotomizzazione e rimozione indotta. Che ne dici?»
«Sì, perfetto. Domani mattina appena ci alziamo lo chiamo»
«Allora buonanotte»
«Buonanotte, amore»
Dopo neanche cinque secondi.
«Abbiamo detto buonanotte, non fare il cretino! Non è questo il momento per certe cose. Dobbiamo rimanere lucidi e concentrati. Magari domani, va bene?»
«Sì, hai ragione, tesoro, sai sempre cosa è meglio per tutti. Però almeno un bacetto te lo posso dare?»
«E dammi questo bacetto…Ho detto solo un bacetto!»
Breaking news del mattino: Ragazzo atterra dal quarto piano sulla veranda livello giardino calandosi dalla sua camera con le lenzuola annodate: «Ho visto la morte in faccia, i miei genitori volevano costringermi a fare l’influencer!»
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