Rami e chiome
a intreccio denso
campeggiano sul cielo
a mo’ di tarsia.
Nervoso sistema di vene adduttrici
d’inchiostro azzurro, pulsante,
di nutrimento succhiato alla terra.
Aria, come trapasso
insinuato nel reticolo freddo,
in contrasto col nebbioso ascendere
dei vapori dall’acqua, sull’acqua
liquescente a specchio,
rivalsa profonda
e scintillio di superficie.
Chiaro, polito smeriglio che rimanda
all’occhio e alla mente
al pensiero e al ricordo,
abbracciati, come fusti coevi
stretti a promesse e castoni.
Appoggio e vincastri sul piano, sul piano di posa
terroso, grasso di frutti che la nuova stagione ci dona.
L’ovattata stagione ha un suono
che non arretra ma assale piano
piano risale allo stato di brezza,
e trionfa.
Rimaniamo in attesa dei frutti che la nuova stagione ci dona